Ccnl Sanità pubblica: il nodo delle indennità di Pronto Soccorso e la strumentalizzazione alla vigilia dell’incontro in Aran 

 

  1. Il meccanismo delle risorse e l’iter procedurale
    Le risorse destinate all’indennità di Pronto Soccorso sono già state stanziate nel bilancio dello Stato e hanno seguito il loro iter fino alla contrattazione decentrata, dove sono state definite come parte del salario accessorio. Questo significa che le somme sono a tutti gli effetti esigibili dai lavoratori, e l’argomentazione sulla mancata firma del CCNL 2022-2024 appare pretestuosa, soprattutto considerando che gli accordi sulle stesse indennità sono stati firmati anche da quelle sigle sindacali che oggi ne mettono in discussione l’erogazione.

 

  1. La decisione di sospendere i pagamenti
    Il punto critico riguarda la scelta di una singola Regione di bloccare i pagamenti già concordati, adducendo la mancata firma del contratto come motivazione. Questa decisione ha innescato un circolo vizioso: un dubbio sollevato da chi aveva già avallato la distribuzione delle risorse, un parere ambiguo dell’Aran che non ha valore vincolante ma che ha contribuito all’incertezza, e infine un intervento del Presidente dell’Aran che, invece di chiarire, ha ulteriormente complicato il quadro con un contributo personale fuori dal perimetro istituzionale.

 

  1. Il ruolo dei sindacati e la strumentalizzazione del dibattito
    È evidente che parte del dibattito attuale sia alimentato da strategie mirate. Da un lato, ci sono organizzazioni che hanno sempre sostenuto un contratto che invece la Uil-Fpl ha giudicato al ribasso, e ora usano la questione delle indennità di Pronto Soccorso per giustificare la necessità di firmare il CCNL 2022-2024. Dall’altro, vi è un atteggiamento di alcune istituzioni che, invece di garantire certezze ai lavoratori, sembrano contribuire a creare incertezze inutili.

 

  1. La coerenza mancata e il danno ai lavoratori
    Il dato più preoccupante resta il comportamento di quelle sigle sindacali che prima hanno sottoscritto accordi nelle sedi di contrattazione decentrata e ora, di fatto, avallano la decisione di bloccare i pagamenti. Questo cambio di rotta appare incoerente e ingiustificabile agli occhi delle lavoratrici e dei lavoratori, che si trovano a subire il peso di una partita politica e sindacale che non dovrebbe essere combattuta sulla loro pelle.

 

  1. Una strategia per forzare la firma del contratto?
    Sorge il sospetto che questa confusione sia funzionale a un obiettivo ben preciso: spingere alla firma di un contratto collettivo che non tiene conto della necessità di adeguare le condizioni economiche e normative per il personale del comparto. Se così fosse, si tratterebbe di una manovra poco trasparente e dannosa per chi ogni giorno garantisce il funzionamento del servizio sanitario con sacrificio e professionalità.

 

È necessario ribadire con forza che le risorse per le indennità di Pronto Soccorso sono disponibili ed esigibili in quanto sottoscritte con accordi decentrati e che i lavoratori e le lavoratrici ne hanno diritto, indipendentemente dalla firma del CCNL. Strumentalizzare la questione per fini politici o sindacali è un gioco pericoloso, che mina la fiducia nel sistema e nei meccanismi di contrattazione. La vera sfida dovrebbe essere garantire certezze e tutele concrete, non alimentare incertezze a scapito di chi lavora in prima linea.