“Accogliamo con favore l’emendamento che consente l’aumento delle risorse accessorie per i dipendenti degli enti locali, riconoscendo la necessità – da noi già ampiamente rappresentata anche in sede di audizione sul Decreto PA – di intervenire sul divario retributivo tra funzioni locali e funzioni centrali. “Questo emendamento va nella direzione giusta: è un primo passo per dare dignità al lavoro pubblico locale e colmare un gap retributivo che denunciamo da tempo”, dichiara Rita Longobardi, segretaria generale UIL FPL.
La misura rappresenta un segnale importante per contrastare l’esodo del personale dagli enti locali verso le amministrazioni centrali e per valorizzare il lavoro nei territori, spesso svolto in condizioni difficili ma fondamentali per garantire servizi pubblici di qualità.
Tuttavia, pur condividendo la direzione della norma, la UIL FPL ritiene necessario introdurre correttivi e strumenti di accompagnamento che ne migliorino l’efficacia e ne garantiscano l’equità, evitando il rischio di nuovi squilibri territoriali. “Il rischio concreto – prosegue Longobardi – è che senza un intervento di riequilibrio, solo gli enti con bilanci solidi possano applicare gli aumenti, lasciando indietro realtà fragili, soprattutto nel Mezzogiorno”.
In quest’ottica, la UIL FPL propone:
– Una clausola di salvaguardia assunzionale, che impedisca che gli aumenti vadano a discapito del turn over e del ricambio generazionale;
– una certificazione tecnica di sostenibilità, per assicurare che l’aumento sia strutturalmente compatibile con l’equilibrio di bilancio;
– l’istituzione di un Fondo perequativo nazionale, destinato agli enti con minore capacità fiscale o in riequilibrio, per garantire pari opportunità nella valorizzazione del personale;
– l’utilizzo di risorse europee (PNRR, FNC) per finanziare questo fondo, senza gravare sul bilancio statale. “Ci auguriamo – aggiunge Longobardi – che un intervento perequativo analogo venga previsto anche per il personale della sanità pubblica, che vive quotidianamente le stesse criticità retributive e territoriali degli enti locali”.
Riteniamo che, anche laddove non sia più possibile intervenire direttamente sul testo della legge, esista comunque uno spazio utile per agire nella fase di attuazione, attraverso i decreti applicativi o provvedimenti successivi, per integrare queste proposte in modo coerente e sostenibile.
Conclude Longobardi: “Serve uno sforzo per trasformare un buon emendamento in una grande occasione per la pubblica amministrazione locale e per tutti i lavoratori del settore pubblico, sanità compresa. È una questione di giustizia, di equità e di riconoscimento del valore del lavoro pubblico nei territori”.