La lettera al direttore di Quotidiano Sanità: “Il Ministro Zangrillo dia segnali concreti, basta chiacchiere, serve un confronto urgente sul SSN”

Gentile Direttore,
abbiamo seguito attentamente l‘intervento del Ministro della Salute, Schillaci, su Sky TG24 e ripreso da Quotidiano Sanità. La Uil-Fpl esprime profonda insoddisfazione perché, ancora una volta, il Ministro non è entrato nel merito delle reali problematiche vissute quotidianamente anche dai medici del Servizio Sanitario Nazionale.

Mentre si continua a discutere di una riforma del SSN di cui non si conosce ancora l’esatto contenuto, anche nella categoria medica si continua a vivere criticità insostenibili: un’eccessiva burocrazia con mezzi e strumenti obsoleti che costringono i medici a trascorrere circa il 40% del tempo del rapporto medico-paziente dietro a piani terapeutici, note e scartoffie inutili. A questo si aggiunge il problema di stipendi di fatto fermi a 30 anni fa.

In Europa, i medici italiani percepiscono gli stipendi più bassi, mentre, al contrario, i nostri politici vantano gli stipendi più alti.

Nel 2024, circa 1500 medici hanno lasciato l’Italia, e per il 2025 non si prevede alcuna inversione di tendenza. Non possiamo comprare i medici al supermercato: chi crede ancora in questa professione deve essere motivato con stipendi adeguati e la piena autorevolezza del ruolo, oggi sempre più indebolito anche da procedure burocratiche inutili che distolgono l’attenzione dal paziente, costringendo i medici a passare più tempo davanti a un computer che a fianco del malato.

La UIL FPL ritiene che note e piani terapeutici non debbano essere definiti per decreto, ma debbano essere rimessi alla responsabilità del medico nel suo rapporto diretto con il paziente. Occorre garantire un’adeguata remunerazione, commisurata al ruolo e alla responsabilità, per poter offrire cure di qualità e sostenibili.

È finito il tempo delle chiacchiere: il Governo deve aprire immediatamente un confronto serio con le organizzazioni sindacali. Senza interventi concreti e immediati, la medicina di prossimità non potrà rispondere ai bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana e con patologie croniche multiple.