“È evidente che anche il Ministro Zangrillo avrebbe bisogno di una buona calcolatrice. I numeri che cita, anche attraverso l’Aran, sono ben diversi da quelli elaborati dal nostro Centro Studi nazionale, con il supporto di esperti fiscali e tributaristi. Secondo i nostri calcoli, con i rinnovi dei CCNL 2022/2024, le buste paga sono aumentate di appena 40 euro medi netti nella sanità pubblica e circa 30 euro medi netti nelle funzioni locali. Inoltre, con la modifica del cuneo fiscale, i dipendenti delle funzioni centrali stanno comprendendo che parte del rinnovo se lo stanno pagando da soli, con aumenti assorbiti da nuove trattenute e, in alcuni casi, stipendi persino più bassi rispetto all’anno scorso. Questa è la cruda realtà.”
Longobardi critica poi il metodo del Governo: “Il Ministro somma le risorse del triennio 2022/2024 con quelle del 2025/2027, parlando di un aumento dell’11% lordo, ma così nasconde il fatto che il potere d’acquisto è già calato del 17%. Dobbiamo davvero aspettare altri tre anni per recuperarne solo la metà?”
Con le bollette triplicate, il caro vita cresce e le risorse stanziate per il futuro tra l’altro rischiano di essere del tutto insufficienti. “Chiediamo che il Governo anticipi le risorse del triennio 2025/2027 per il rinnovo 2022/2024 e detassi gli aumenti. È inaccettabile che lo Stato si comporti da pessimo datore di lavoro, mentre nel settore privato la UIL-FPL ha siglato aumenti a doppia cifra”.
Infine, Longobardi respinge la retorica della “straordinarietà” dei fondi stanziati e le accuse di ostracismo ai sindacati: “Questa non è generosità, è semplicemente un dovere. E basta con le minacce di atti unilaterali: la democrazia si pratica con il confronto, non con arroganza e propaganda. La narrazione secondo cui chi critica è ostile per principio fomenta un racconto distorto, il Ministro Zangrillo non può continuare a non vedere e deve ammettere la realtà: il rinnovo proposto è insufficiente e i lavoratori pubblici ne pagano le conseguenze”.