È fondamentale essere chiari e realistici nel comunicare le attuali prospettive per il personale sanitario. Le recenti trattative evidenziano che le risorse stanziate per il 2024 non sono sufficienti a garantire gli incrementi salariali e le indennità necessarie. È importante specificare che non ci sono promesse concrete di aumenti sostanziali, e le eventuali proposte avanzate sono ben lontane dalla realtà delle esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici. Le somme messe a disposizione, 1,5 miliardi di euro, compresi quelli già destinati come Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC) e per il pronto soccorso, non consentono di affrontare adeguatamente la crescita dei costi e le aspettative legittime del personale. Le allocazioni attuali, previste dalle recenti leggi di Bilancio per il 2024, coprono solo parzialmente gli effetti dell’inflazione, che è stata dell’8,7% nel 2022, del 5,7% nel 2023 e con una previsione del 2,7% per il 2024. Per un totale di perdita del potere d’acquisto cumulata del 17,1%.
Il finanziamento di 1,5 miliardi a partire dal 2024, comprendente gli 836 milioni già distribuiti come Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC) e i 140 milioni per l’indennità di pronto soccorso dal giugno 2023, è inferiore a quanto ottenuto per il rinnovo contrattuale del 2019/21. Non ci sono fondi sufficienti per incrementi delle altre indennità o per promuovere la crescita professionale del personale sanitario. È essenziale accedere prontamente a fondi ulteriori per garantire retribuzioni adeguate e salvaguardare il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Le risorse per il Pronto Soccorso sono solo per il personale che opera in quel contesto e non vanno sommate facendo credere alle lavoratrici e ai lavoratori che l’aumento per tutti sarà di 172 euro al mese.
Attualmente l’aumento proposto di 5,22 euro mensili lordi per l’indennità specifica infermieristica e 2,95 euro per l’indennità di tutela del malato, da elevarsi rispettivamente a 12,28 euro e 9,34 euro lordi nel 2025, risulta vergognoso. Le predisposizioni di bilancio per il 2025 non prevedono risorse sufficienti per incrementi sostanziali nel prossimo contratto nazionale 2025/27. Inoltre, le recenti proposte di aumenti minimi per le indennità non riflettono appieno il reale valore del lavoro svolto dagli operatori sanitari. La mancanza di fondi adeguati per promuovere la crescita professionale e per incrementare le retribuzioni genera insoddisfazione e preoccupazione tra gli operatori sanitari. Poiché le esigue risorse stanziate per il rinnovo contrattuale 2022-2024 svuotano ulteriormente il settore di attrattività, abbiamo proposto al ministro della Salute, Schillaci, di anticipare gli incrementi del triennio contrattuale, con le risorse previste a gennaio 2025, sul rinnovo 2025-27, già su questo contratto anche ai fini previdenziali.
Invitiamo tutti a mantenere una prospettiva realistica e a non lasciare spazio a illusioni e a strumentalizzazioni. I lavoratori e le lavoratrici meritano un trattamento equo e un sostegno adeguato, e non ci fermeremo finché non riceveremo una presa in carico concreta da parte del Governo. Il nostro impegno rimane forte per la giusta valorizzazione e la restituzione della dignità del lavoro pubblico. La prossima azione sarà lo sciopero generale del 29 novembre p.v, per rivendicare diritti e risorse adeguate per la sanità pubblica.