Sanità. Biondo/Longobardi (Uil/Uil Fpl): la Legge di Bilancio 2025 continua a mortificare il Servizio sanitario nazionale

“La Legge di bilancio 2025 continua a mortificare il Servizio sanitario nazionale. Il finanziamento di soli 1,3 miliardi, che include i rinnovi contrattuali e le spese farmaceutiche, è insufficiente. Preoccupa anche il fatto che i fondi previsti per gli anni successivi siano basati su ipotesi di finanziamento poco chiare, piuttosto che su impegni concreti”. È quanto hanno dichiarato il Segretario Confederale della Uil, Santo Biondo, e la Segretaria Generale della Uil Fpl, Rita Longobardi, al termine dell’incontro odierno con il ministro Schillaci.

“La spesa sanitaria è ferma al 6,2% del prodotto interno lordo, il livello più basso in Europa. La mancanza di un piano di investimenti strutturale significa che la sanità pubblica continua a perdere terreno a favore del settore privato che riceve fondi crescenti, con l’ulteriore conseguenza che milioni di italiani sono costretti a rinunciare a cure essenziali per motivi economici. Come se non bastasse – hanno sottolineato i due sindacalisti della Uil – manca un investimento concreto, nel Piano
nazionale di ripresa e resilienza, per attuare le Case e gli Ospedali di comunità. Si mina, così, un sistema che potrebbe ridurre l’affollamento degli ospedali, migliorando la prevenzione e l’assistenza, soprattutto in situazioni critiche come quelle relative alla salute mentale e alla disabilità”.

“Peraltro – hanno proseguito Biondo e Longobardi – il governo continua a ignorare la necessità di eliminare il tetto alla spesa per il personale e i progetti per nuove assunzioni restano in sospeso. La carenza di personale aumenta i carichi di lavoro, peggiorando le condizioni per chi opera nel Servizio sanitario nazionale e incrementando l’esodo verso il settore privato o l’estero. La Legge di bilancio prevede incentivi limitati e insufficienti, come la riduzione della tassazione sugli straordinari per i medici che non include il resto del personale sanitario. Inoltre, la contrattazione decentrata è ancora vincolata dal blocco sul salario accessorio, impedendo una remunerazione adeguata alle professionalità. Le esigue risorse stanziate per il rinnovo contrattuale 2022-2024, infine, svuotano ulteriormente il settore di attrattività. Sarebbe giusto incrementare il triennio contrattuale, con le risorse previste a gennaio 2025, sul rinnovo 2025-27”.

“Al governo, quindi – hanno concluso Biondo e Longobardi – chiediamo di dare risposte chiare e di stabilire un percorso di rilancio graduale, ma concreto per la sanità pubblica, che garantisca contratti dignitosi, assunzioni adeguate e un accesso equo alle cure per tutti i cittadini. È essenziale che il diritto alla salute sia salvaguardato come diritto costituzionale e che la sanità pubblica riceva il supporto necessario per affrontare le sfide attuali e future. Anche per sostenere queste ragioni, Uil e Cgil invitano tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a incrociare le braccia e a scendere in piazza venerdì 29 novembre”.